Vagare al crepuscolo
Ove ancora sulle lande della riva
è il mio vagare al crepuscolo
là s’ode delle pavoncelle il lamento
lungo il meriggiante
Oresund. (1)
Come potrò, io, il loro amico, intimorirle?
Il grido d’uccello, così lontano dal canto,
fu la voce della mia giovinezza e nostalgia
tesa un giorno a meta
coperta di nubi. (2)
Fioriscono gli anni e diverranno autunno. (3)
Tenace ancora in me
La stessa anima che non attende conforto
e simile alle pavoncelle
ancora grida. (4)
Anders Osterling – da Poesia svedese
Il grido lamentoso delle pavoncelle ascoltato spesso in giovinezza, riporta il poeta all’eterna vicenda della vita: le aspirazioni giovanili non muoiono neppure quando gli anni volgono all’autunno.
- Il poeta, giunto al crepuscolo della vita, vaga nei luoghi cari della fanciullezza, lungo l’Oresund, e come allora gli arriva il lamento delle pavoncelle. L’Oresund è lo stretto che divide l’estrema punta meridionale della Svezia dalla Danimarca, e su di esso si affacciano Halsingborg, la città natale del poeta, e Malmò, la città dove egli trascorse la fanciullezza.
- La vita del poeta era allora tesa ad aspirazioni che già si mostravano coperte di nubi, cioè non chiare, difficili da realizzare.
- In questo verso è concisamente rappresentato lo scorrere degli anni, dalla fioritura giovanile alla decadenza autunnale.
- Non c’è rassegnazione nell’anima del poeta, che come allora, senza conforto, è piena di nostalgia e ancora grida.
L’ha ribloggato su Napoli ieri oggi e domani.
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