Il fascismo abolì il capodanno
In effetti l’inizio del 1937 non venne festeggiato: Mussolini aveva abolito il capodanno tradizionale, e il capodanno fascista doveva venire festeggiato il giorno della marcia su Roma, vale a dire il 28 ottobre.
Da quel momento in poi le date avrebbero dovuto essere scritte contemporaneamente in numeri arabi e in numeri romani e a partire dal 1922, anno in cui, in occasione della marcia, Mussolini indusse il Re a nominarlo Presidente del Consiglio dei ministri.
Mussolini in questo modo accostava se stesso a Giulio Cesare, che aveva inaugurato il calendario giuliano duemila anni prima.
In realtà, l’abolizione del capodanno restò un atto puramente formale.