Neapolis – Cenni di storia antica – 3
Le vacanze e gli “otia” in Campania

Intorno alla metà del II secolo a.C., con l’economia dell’Italia romana in piena ripresa dopo la crisi della seconda guerra punica e la cultura greca ormai accettata senza ostacoli dalla classe dirigente dell’Urbe, si sviluppò un tipo particolare di villa dove, accanto ai settori destinati alla produzione, alla raccolta e alla trasformazione dei prodotti agricoli e all’allevamento specializzato, assunse sempre maggiore importanza la lussuosa parte destinata ai soggiorni, più o meno saltuari, dei ricchi proprietari.
Quando le coste dell’Italia divennero del tutto sicure in seguito alla sconfitta dei pirati ad opera di Pompeo, questo tipo di villa si sviluppò in grande stile, divenendo il luogo deputato degli otia dei ricchi senatori e dei cavalieri romani che qui amavano coltivare i loro interessi culturali e soddisfare i più vari piaceri.
Le ville furono costruite in luoghi suggestivi, in genere posti in alto e ben esposti ai venti, spesso dominanti la linea di costa, con rampe e terrazze digradanti verso il mare, dove quasi sempre la villa possedeva un approdo privato e delle peschiere. Al corpo principale dell’edificio, eretto su massicce sostruzioni voltate in calcestruzzo, dove la tradizionale successione atrio-peristilio risultava di norma invertita, si aggiunsero portici, passeggiate alberate, vasti saloni, cubicoli diurni, terme private, giardini, ninfei, piscine, e perfino basiliche, destinate agli arbitrati privati e a discutere i più svariati affari con le numerose clientele, e ancora biblioteche, tempietti, edifici per gli spettacoli. Continua domani.