Diamo un po’ di numeri
I termo-estremisti
Che sia caldo o freddo per molti esseri viventi non ha importanza: hanno trovato il modo di resistere alle temperature più “estreme”.
350° C
E’ questa la temperatura record alla quale sa resistere il Pyrolobus fumari, un microrganismo che vive nelle profondità oceaniche, dove la crosta terrestre rimane sempre bollente a causa dell’attività vulcanica.
113° C
A questa temperatura il Pyrolobus fumari riesce ancora a riprodursi.
105° C
Tanto arriva a sopportare (ma solo per pochi minuti) la Alvinella pompejana, un verme lungo circa 15 cm anch’esso vive nelle profondità marine.
60° C Fino a questo punto può scaldarsi l’aria del deserto senza che le piante che vivono in questi luoghi ne soffrano: il rivestimento ceroso che copre le foglie e altre parti della pianta evita che la temperatura della superficie aumenti.
42° C
E’ la temperatura che può raggiungere il corpo del dromedario senza che il cervello, molto sensibile al caldo, sia danneggiato. Merito della mucosa nasale di questo camelide che fa da scambiatore di calore.
-27° C
Tanto riescono a sopportare, in laboratorio, molti pesci artici: il loro sangue non ghiaccia per il merito di un glicopeptide, una molecola che impedisce all’acqua contenuta nel sangue di aggregarsi in cristalli.
-35° C
A questa temperatura i collemboli (piccoli insetti) prosperano ancora, il loro antigelo corporeo è una sostanza simile alla glicerina.
-76° C
E’ la temperatura dell’aria cui può resistere un pinguino imperatore durante la cova delle uova (che dura 4 mesi). Grazie al grasso che lo protegge, il suo corpo, all’interno è a 39° C.
-194° C
A questo estremo arrivano, in esperimenti di laboratorio, i tardigradi, animaletti lunghi meno di un millimetro dal corpo simile a una botticella: sono capaci di restare per lungo tempo (anche migliaia di anni) in vita latente, riducendo il contenuto d’acqua del proprio corpo dall’86 al 3%.