L’età Paleocristiana a Napoli – 2

Alla fine del VI secolo, nonostante le devastazioni della lunga guerra fra Goti e Bizantini, il clero locale era formato da 126 fra sacerdoti e diaconi, e vi erano almeno nove monasteri urbani.
Risale a questo periodo una lettera in cui il vescovo Pascasius veniva rimproverato da papa Gregorio Magno perché trascurava i doveri vescovili per quotidiane visite al porto, dove si stava facendo costruire una nave con grande dispendio economico.
Al porto di Napoli, essendo la città ben situata sulla rotta da Roma per la Sicilia, l’Africa, Costantinopoli e la Terrasanta, giungevano imbarcazioni da ogni dove: Egitto, Sicilia, Gallia, Costantinopoli.
Numerose furono le chiese costruite in questo periodo all’interno delle mura: la cosiddetta Basilica Severiana, la Basilica dei Santi Apostoli, una seconda cattedrale, dedicata al Salvatore, a lato di Santa Restituta, detta Stefania dal vescovo Stefano, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta dal vescovo Pomponio, la Chiesa di San Lorenzo Maggiore, edificata dal vescovo Giovanni II, detto il Mediocre, la Chiesa di San Giovanni Battista e un secondo battistero, sotto la sacrestia dell’attuale Duomo, eretti dal vescovo Vincenzo. Il vescovo Nostriano fece costruire, inoltre, alla metà del V secolo, non lontano dalla cattedrale, un bagno e altri edifici annessi.
Altre chiese furono edificate fuori delle mura, lungo il vallone della Sanità, presso i sepolcri venerati di vescovi e di santi: la prima, in onore del vescovo Fortunato, fu fatta edificare dal vescovo Severo (364-410); un’altra, in onore di Sant’Eufemia, venne costruita per volontà del vescovo Vittore alla fine del V secolo. Continua domani.
L’ha ripubblicato su Antonella Lallo.
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