Il coro di Ermengarda – 3
Come rugiada al cespite
dell’erba inaridita,
fresca negli arsi calami
fa rifluir la vita,
che verdi ancor risorgono
nel temperato albor,
tale al pensier, cui l’empia
virtù d’amor fatica,
discende il refrigerio
d’una parola amica,
e il cor diverte ai placidi
gaudii d’un altro amor.
Ma come il sol che reduce
L’erta infocata ascende,
e con la vampa assidua
l’immobil aura incende,
risorti appena i gracili
steli riarde al suol;
ratto così dal tenue
obblìo torna immortale
l’amor sopito, e l’anima
impaurita assale,
e le sviate immagini
richiama al noto duol.
Sgombra, o gentil, dall’ansia
mentre i terrestri ardori;
leva all’Eterno un candido
pensier d’offerta e muori:
nel suol che dee la tenera
tua spoglia ricoprir
continua domani.
Alessandro Manzoni – da Adelchi