Notte d’inverno
Innanzi, innanzi, Per le foscheggianti
coste la neve ugual luce e si stende,
e cede e stride sotto il pié: d’avanti
vapora il sospir mio che l’aer fende.
Ogni altro tace. Corre tra le stanti
nubi la luna su ‘l gran bianco, e orrende
l’ombre disegna di quel pin che tende
cruccioso al suolo informe i rami infranti,
come pensier di morte deiosi.
Cingimi, o bruma, e gela de l’interno
senso i frangenti che tempestan forti;
ed emerge il pensier su quei marosi
naufrago, ed al ciel grida: O notte, o inverno,
che fanno giù ne le lor tombe i morti?
Giosue Carducci – da Rime nuove