Monumenti di Napoli

In visita alla città – itinerario n. 8 – 2

Attraversato il largo viale alberato, si imbocca via Santa Sofia. La strada non è altro che un vicolo, ma deve una certa notorietà al fatto che in uno dei suoi edifici si trovava il pozzo attraverso cui nel 1442 Alfonso d’Aragona riuscì a penetrare nella città assediata, e a conquistarla. Benché l’esistenza del “pozzo di Citiello”, così si chiamava il sarto che abitava la casa in questione, possa apparire leggendaria, il fatto è storico e sono documentate le ricompense pagate ai muratori che segnalarono l’insolito varco.

Da via Santa Sofia, si raggiunge via Santi Apostoli e dunque il tracciato del decumano più settentrionale, che conservò a lungo la denominazione di “Somma Piazza”, con riferimento al termine greco per i decumani (plateiai).

La chiesa dei Santi Apostoli, fondata nel V secolo, occupa il posto di un edificio più antico, probabilmente termale e non sacro come si è ritenuto per lungo tempo. Poco più avanti, le due chiese intitolate a Santa Maria Donnaregina, la “vecchia”, con gli affreschi trecenteschi, e la “nuova”, con la facciata monumentale che domina l’omonimo largo.

Superata via Duomo, infine, la chiesa settecentesca di San Giuseppe dei Ruffi e la sua piazzetta.

Il decumano prosegue con via Anticaglia, tangente il lato settentrionale dell’area occupata dai teatri antichi. In questo punto la Somma Piazza era anche nota con il nome di Pozzo Bianco, per un altro famoso pozzo, questo meno storicamente indagato. La leggenda raccontava che vi era stata gettata una sanguisuga d’oro, uno dei tanti talismani incantati donati alla città dal suo protettore Virgilio, la quale magicamente allontanava dai pozzi cittadini le vere sanguisughe. In ogni caso, la credenza medievale relativa al luogo e la persistenza, almeno nella toponomastica, del suo nome (il pozzo sarebbe stato eliminato nel XVII secolo) testimoniano di un’attenzione della cultura locale per il problema dell’approvvigionamento idrico, un tempo garantito, nella città antica, dall’acquedotto romano.

Per chiudere l’itinerario, si potrà percorrere interamente il decumano fino all’incrocio con via Costantinopoli. In alternativa, superati gli archi che sovrastano l’Anticaglia, svoltare per via San Paolo, lanciando almeno uno sguardo al bellissimo chiostro con giardino al n. 14 dell’ex convento di San Paolo, oggi Archivio Notarile, per tornare, ancora una volta, nel centro del centro antico: a piazza San Gaetano, già foro romano, già agorà. fine

11 pensieri riguardo “Monumenti di Napoli

      1. Bhe, come si fa a non amarla..come storico prestato al giornalismo mi interessa..
        Un collega dell Rai quando venne mi disse? ‘Napoli è di una bellezza crudele’

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      2. è crudele perché quando la provi non vorresti più farne a meno come Virgilio che si è fatto addirittura seppellire qui, invece gli impegni di vita portano in altri luoghi ed allora resta solo una struggente nostalgia.

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      3. no invece gridiamolo al mondo intero, la colpa è da dividere al 50% fra Garibaldi e i siciliani di Marsala che lo accolsero festosamente perché non sapevano a cosa andavano incontro, dopodiché una volta svegliati dal sonno ci siamo dati al brigantaggio per combatterli, questi piemontesi. io poi nella mia incoscienza ne ho sposato una.

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      4. Per non parlare dell’eccidio di Bronte..
        Ho sentito una ipotesi secondo me peregrina, sebbene sia stata partorita da uno studioso: la Questione meridionale si è innescata con i frequenti terremoti della Calabria..
        ;Mah

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